domenica 16 dicembre 2012

Le tecniche di rianimazione

La rianimazione cardiopolmonare va applicata quando insorge un arresto cardiaco; ciò accade quando il cuore cessa di battere completamente o, in seguito a shock, gravi emorragie, danni cardiaci, assunzione di droghe o farmaci, il cuore batte troppo debolmente per immettere sangue in circolo. Un paziente che necessita di rianimazione cardiopolmonare non sarà in grado di rispondere agli stimoli, non respirerà e non presenterà polso carotideo o presenterà un polso così lento, debole e irregolare da indicare una gravissima compromissione della circolazione sanguigna. Dopo soli 5 minuti dall’arresto cardiocircolatorio compaiono le prime lesioni irreversibili alle cellule cerebrali. In caso di arresto cardiaco in condizioni di bassa temperatura le cellule cerebrali resistono più a lungo al deficit di ossigeno. Respirazione e circolazione sono processi strettamente interdipendenti, l’interruzione di uno dei due porta entro breve tempo all’interruzione dell’altro; bisogna sempre assicurarsi che entrambi siano efficienti. Rendere pervie le vie aeree (A) è la prima cosa da fare nel BLS in caso di insufficienza respiratoria (respiro difficoltoso e rumoroso) e di arresto cardiaco o respiratorio. A volte si tratta dell'unico intervento necessario per ristabilire una respirazione (B-"Breathing") e un'attività circolatoria (C) spontanee; in questi casi non risulta necessario il massaggio cardiaco. L'ostruzione delle vie aeree provocata dal ridotto tono muscolare della lingua e dei muscoli del collo in una persona in stato di incoscienza è accentuata dalla flessione del collo. L'iperestensione del capo stira le strutture anteriori del collo, provocando il sollevamento della lingua dalla parete faringea posteriore. Siccome tale manovra da sola spesso non è sufficiente per garantire la pervietà delle vie aeree, sono necessarie misure aggiuntive. Iperestensione della testa e sollevamento del mento: si spinge indietro la testa, si mette un dito della mano libera sotto la rima mandibolare e si solleva il mento in avanti (verticalmente verso l'alto) finché la rima dentale sia quasi chiusa, facendo però attenzione a non chiudere completamente la bocca. Se quest'approccio non ha successo, si deve usare la manovra di iperestensione della testa e innalzamento del collo. Questa si esegue ponendo una mano sulla fronte della vittima e sollevando in alto il collo mentre si reclina indietro il capo. Entrambe queste tecniche possono assicurare la pervietà delle vie aeree in tempi rapidi. Va aggiunta la sublussazione della mandibola se nessuna delle due manovre descritte in precedenza ha successo o se il paziente respira spontaneamente ma in maniera rumorosa a causa di un'ostruzione parziale delle vie aeree. Questa triplice manovra (iperestensione della testa, innalzamento del collo, sublussazione della mandibola) produce un ulteriore spostamento in avanti della lingua e delle strutture del collo. Il soccorritore si pone in ginocchio alla testa del paziente, mettendo le sue mani ai lati del volto del paziente e usando le dita per spingere in avanti la mandibola. Di solito, il soccorritore riesce a eseguire meglio questa manovra appoggiando i gomiti a terra, sullo stesso piano su cui giace la vittima. La sublussazione della mandibola senza iper-estensione del capo è il metodo migliore per assicurare la pervietà delle vie aeree nei pazienti che hanno un sospetto trauma della colonna cervicale (p. es., vittime di un trauma) e una compromissione respiratoria. Questa tecnica consente di mantenere la colonna cervicale in una posizione neutrale, assicurando nel contempo la pervietà delle vie aeree. Può essere associata con il solo sollevamento del mento se necessario. A meno che i primi tentativi di assicurare la pervietà delle vie aeree non abbiano successo, le protesi dentarie vanno lasciate in sede, perché la loro rimozione può rendere più difficile la perfetta adesione della bocca del soccorritore a quella della vittima durante la respirazione artificiale. Una volta assicurata la pervietà delle vie aeree, si verificherà il ripristino della ventilazione spontanea osservando i movimenti del torace della vittima mentre si ausculta il fruscio provocato dal passaggio dell'aria e si fa attenzione a percepire l'aria espirata sulla propria guancia. In caso di mancato ripristino della funzione respiratoria spontanea in presenza di pervietà delle vie aeree, occorre iniziare immediatamente la respirazione artificiale.

Nessun commento:

Posta un commento