La varicella è una malattia infettiva altamente contagiosa
provocata dal virus Varicella zoster (Vzv), della famiglia degli Herpes virus.
La trasmissione della mattia avviene solo per via inter - umana diretta, in quanto
il virus non è molto resistente all’ambiente.
Dopo un’incubazione di circa 15
giorni compare subito un caratteristico esantema cutaneo che nel giro di
qualche ora si trasformano in bolle conteneti un liquido paglierino e
successivamente si intorbida formando delle pustole. Nel giro di qualche giorno
queste pustole si seccano e si trasformano in croste che cadono tra i 10 e i 15
giorni lasciando, in alcuni casi, delle cicatrici. Per non far succedere questo
occorre non far grattare le croste al bambino. Se la varicella viene contratta
da una donna all’inizio di una gravidanza (nei primi due trimestri di
gestazione) può trasmettersi al feto, causando una embriopatia (sindrome della
varicella congenita). I bambini che sono stati esposti al virus della varicella
in utero dopo la ventesima settimana di gestazione possono sviluppare una
varicella asintomatica e successivamente herpes zoster nei primi anni di vita.
Se invece la madre ha avuto la malattia da cinque giorni prima a due giorni
dopo il parto, può verificarsi una forma grave di varicella del neonato, la cui
mortalità può arrivare fino al 30%. Per questo motivo è consigliabile che le
donne in gravidanza non stiano in contatto con persone aventi la varicella. Generalmente,
la terapia è solo sintomatica. Per il prurito possono essere utilizzati
antistaminici, mentre per la febbre il paracetamolo. I bambini con varicella
non devono essere trattati con salicilati (aspirina), perché questo aumenta il
rischio di sindrome di Reye.
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